CONCERTO FINALE MASTER CLASS DI PIANOFORTE M° GIOVANNI BELLUCCI

CONCERTO FINALE MASTER CLASS DI PIANOFORTE M° GIOVANNI BELLUCCI

GIOVANNI BELLUCCI

Giovanni Bellucci è considerato uno dei più autorevoli pianisti del nostro tempo: la sua incisione delle Parafrasi di Franz Liszt sulle Opere di Verdi e Bellini è stata inserita dal magazine Diapason nella Top Ten dei dischi lisztiani della storia. La ristrettissima selezione operata dall’eminente critico Alain Lompech comprendeva - oltre a Bellucci - Martha Argerich, Claudio Arrau, Aldo Ciccolini, Gyorgy Cziffra, Wilhelm Kempff, Krystian Zimerman. Il riconoscimento di Diapason si unisce ai consensi unanimemente espressi all’artista italiano dalle testate specialistiche più prestigiose. Tutti i suoi CD sono stati infatti premiati: “Choc de l’année” di Classica-Répertoire, 5 stelle di Diapason, “ffff” di Télérama, “Choc” di Le Monde de la Musique, “CD exceptionnel” di Répertoire, “CD Maestro” di Pianiste in Francia, “Editor’s choice” della britannica Gramophone, 5 stelle di Musica, 5 stelle del BBC Music Magazine, “Miglior CD” per la rivista Suono. “Non esistono dieci pianisti come lui al mondo: egli ci riporta all’età d’oro del pianoforte”. Così il quotidiano Le Monde sottolineava la vittoria di Bellucci alla World Piano Masters Competition di Monte-Carlo 1996, ultima in ordine cronologico di una lunghissima serie di affermazioni nei concorsi internazionali (dal “Regina Elisabetta” di Bruxelles al “Primavera di Praga”, dal “Casella” della RAI di Napoli al “C. Kahn” di Parigi, dal “Busoni” di Bolzano al premio “Liszt”).
“Bellucci è una forza della natura scatenata, ma né brutale, né meccanica: una forza, invece, enorme e palpitante”. Riferita all’esecuzione delle monumentali opere per organo di Liszt nella versione pianistica, la recensione di Piero Rattalino dipinge il ritratto di un talento musicale manifestatosi nel 1979, quando Giovanni Bellucci, quattordicenne, scopre in circostanze casuali il pianoforte. Due anni dopo interpreta il Totentanz per pianoforte e orchestra di Liszt, in occasione del suo primo concerto pubblico. Ventenne, si diploma con lode e menzione d’onore presso il Conservatorio “Santa Cecilia”, eseguendo la Grande Sonata “Hammerklavier” di Beethoven e la Sonata in si minore di Liszt. Su invito del grande pianista russo Lazar Berman (che nel 1991 dichiara: ”Bellucci è uno dei più grandi talenti che io abbia mai ascoltato… attraverso un fenomenale virtuosismo, realizza un discorso musicale altamente innovativo) si perfeziona presso l’Accademia Pianistica di Imola. In seguito, si avvale dei contatti con artisti della statura di Badura-Skoda, Brendel, Perahia e Pollini.
Stabilitosi a Parigi, intraprende un’intensissima attività concertistica, che lo vede solista con orchestre come la Los Angeles Philharmonic, la Dallas Symphony, la Sydney Symphony, la BBC Philharmonic, la Philharmonique di Monte-Carlo, la Russian Philharmonic, la Sinfonica dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, l’Orchestre National de Belgique, la Philharmonique de Liège, la Filarmonica Reale di Anversa, l’Orchestre National d’Ile de France, l’Orchestre National de Lille, l’Orchestre de Bretagne, l’Orchestre Régional Avignon-Provence, l'Orchestra Sinfonica della Radio di Bucarest, l’Orchestre National de Montpellier, l’Orchestre Régional de Cannes, l’Orchestre d’Auvergne, la “Sinfonia Varsovia”, la Slovak Philharmonic di Bratislava, l’Orchestra della Radiotelevisione Svizzera Italiana, l’Orchestra Sinfonica della Radio polacca, l’Orchestra Sinfonica della Radio di Praga, l’Orchestra del Teatro Nazionale di Mannheim, i Virtuosi di Praga, la Czech Chamber Philharmonic, la Singapore Symphony Orchestra, l’Orchestra da Camera di Zurigo, l’Orchestra da Camera di Mantova, l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano, l’Orchestra Fondazione Arena di Verona, l’Orchestra Filarmonica di Torino, l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, l’Orchestra di Padova e del Veneto, ecc., e collaborare con artisti quali Abbado, Accardo, Altinoglu, Bartholomée, Bender, Berman, Bouix, Caracciolo, Casadesus, Caussé, Cohen, Collins, Coppey, Demarquette, Dumay, Engerer, Entremont, Fasolis, Fossey, Giannini, Griffiths, Huster, Inbal, Kashimoto, Kashkashian, Kavakos, Kniazev, Koering, Latham-Koenig, Laforet, Layer, Lazzarini, Litton, Mackerras, Meyer, Pidò, Pommier, Quarta, C. Rizzi, V. Sokolov, Suwanai, Tang, Ughi, Wit, Zehnder.
Giovanni Bellucci è stato invitato dai più celebri auditorium, teatri di tradizione e festival del mondo: Hollywood Bowl, cui deve il suo debutto americano di fronte a 18.000 spettatori, Golden Hall del Musikverein di Vienna, Performing Art Society di Washington, Svetlanov Concert Hall di Mosca, Herkulessaal di Monaco di Baviera (ricevendo, tra l’altro, il premio della stampa tedesca per il miglior concerto della stagione), Konzerthaus di Berlino, Palais des Beaux-Arts di Bruxelles, Sydney Opera House, City Recital Hall di Sydney, Festival di Newport (U.S.A.), Colorado Music Festival, Bath, Yokohama, Singapore Piano Festival, San Pietroburgo, Firkusny Piano Festival di Praga, Darmstadt, Mönchengladbach, La Roque d’Anthéron, Nohant, Besançon, Menton, Nuits du Suquet a Cannes, Radio France et Montpellier, Aix-en-Provence, Marsiglia, Lione, Folle journée di Nantes, Lugano, Festival “Michelangeli” di Brescia e Bergamo, Ravello Festival, Bologna Festival, Settembre Musica di Torino, Dias da Musica di Lisbona, Filarmonica di Brno, Radio di Helsinki, Teatro alla Scala, Teatro La Fenice, Teatro C. Felice di Genova, Teatro Bellini di Catania, Teatro Farnese e Teatro Regio di Parma, Opera di Roma, e in tutte le sale da concerto parigine (Théâtre des Champs-Elysées, Cité de la Musique, Salle Pleyel, Auditorium du Louvre, Salle Messiaen di Radio-France, Salle Gaveau, Théâtre du Châtelet). Un suo concerto alla City Recital Hall di Sydney – nel quale proponeva la Symphonie Fantastique di Berlioz/Liszt - ha ricevuto il premio “Recital of the year”, attribuito al miglior evento cameristico australiano dell’anno dal Sydney Morning Herald, che in quell’occasione ha premiato - insieme a Bellucci - anche il Maestro Lorin Maazel (per il miglior evento sinfonico). L’artista italiano ha inoltre ottenuto il “Premio Liszt alla carriera”, un’onorificenza conferita dalla Ferenc Liszt International Society.
Nel 2016, anno shakespeariano, Giovanni Bellucci ha ideato un format concertistico inusuale, presentando in vari paesi europei un récital nel quale i principali monologhi teatrali del Bardo di Avon - interpretati da celebri attori come Giancarlo Giannini e Francis Huster - si alternano alle composizioni pianistiche ad essi ispirate: un repertorio avvincente, che spazia dal virginalista cinquecentesco William Byrd al XX secolo di Prokofiev. Il network televisivo Sky ha appena acquisito i diritti di distribuzione di questo progetto originale di Bellucci, attraverso un film che è stato girato il 13 ottobre 2015 nella splendida cornice del Teatro Farnese di Parma. Tra gli eventi che lo hanno visto recentemente protagonista segnaliamo l’esecuzione delle 32 Sonate in 8 récitals al Teatro Politeama di Palermo, le 19 Rapsodie Ungheresi di Liszt interpretate a Parigi in due memorabili serate trasmesse in diretta da Radio France dall’Auditorium del Louvre, le 9 Sinfonie di Beethoven/Liszt eseguite in 5 récitals all’Auditorium Belem di Lisbona, i 5 Concerti di Beethoven presentati in due serate con l’Orchestra Sinfonica di Biel, l’integrale delle Opere di Busoni per Pianoforte e Orchestra eseguite con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e con l’Orchestra e il Coro del Teatro Nazionale di Mannheim. Giovanni Bellucci ha presentato ai festival di Nohant (Francia) ed Husum (Germania) la propria trascrizione per pianoforte solo del Concerto n. 1 op. 11 (Concerto sans Orchestre) di Fryderyk Chopin ed ha eseguito la Symphonie Fantastique e l’Harold en Italie di Berlioz/Liszt al Festival di Wettingen (con la partecipazione del violista Gérard Caussé). Da segnalare inoltre il récital celebrativo per il bicentenario della nascita di Wagner al prestigioso Wagner-Festival di Ginevra, l’incisione dell’integrale dei Concerti per pianoforte e orchestra da camera di Alkan, accompagnato dall’Orchestra di Padova e del Veneto (edita dalla Brilliant Classics) e l’uscita del primo volume del ciclo dedicato alla gigantesca integrale delle 32 Sonate di Beethoven e delle 9 Sinfonie di Beethoven/Liszt (Brilliant Classics). Compositori come Koering, Perez-Ramirez, Campogrande, hanno dedicato alcune loro opere a Giovanni Bellucci, che a sua volta è stato protagonista al Parco della Musica di Roma della prima esecuzione italiana di "Requiem, Nove concerti per Pianoforte e Orchestra da camera" di H. W. Henze, accompagnato dall'Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.
Giovanni Bellucci ama affiancare all’attività concertistica quella didattica: nel 2015-’16 ha diretto il primo Master di alto perfezionamento pianistico del Conservatorio “Verdi” di Milano, che includeva la presenza di illustri docenti ospiti come Alfred Brendel, Michele Campanella, Piero Rattalino, Alan Walker e Quirino Principe. Ha tenuto Masterclass a Parigi, Sydney, Roma, Lugano e insegnato ai Conservatori di Roma, Milano, Cremona, Trento, Avellino, Potenza. Giovanni Bellucci ha altresì diretto per dieci anni l’Accademia dei giovani virtuosi del Festival “Lisztomanias” di Châteauroux. Nel 2015 il sindaco della cittadina francese ha insignito Giovanni Bellucci dell’onorificenza di “Citoyen d’Honneur”. Giovanni Bellucci è stato invitato a far parte delle giurie di alcuni tra i più prestigiosi concorsi pianistici internazionali, come la Prague Spring Competition, il Prix Cortot a Parigi, la Piano Masters Competition di Monte-Carlo, il Premio Viotti di Vercelli, il Concorso Chopin di Darmstadt, ecc. La discografia di Giovanni Bellucci comprende pubblicazioni per la DECCA (Berlioz/Liszt, Grande Symphonie Fantastique), per la Accord-Universal (l’integrale delle Rapsodie Ungheresi di Liszt in 2 CD, la Rapsodia Rumena di Liszt, una serie di trascrizioni lisztiane da Wagner, il Totentanz e il Concerto n. 1 di Liszt, alcune rarità di chopiniane come il Concerto n.1 nell’inedita versione di Tausig e i 6 Canti Polacchi trascritti da Liszt, la Sonata da Requiem di Olivier Greif), per la Warner Classics & Jazz (le Parafrasi di Liszt sulle opere di Verdi e Bellini, le Sinfonie di Beethoven n.5 e n.7 trascritte da Liszt, le Sonate di Beethoven “Hammerklavier”, “Chiaro di luna”, “Pathétique” e “La Tempesta”), per la Assai (Liszt/Busoni, Fantasia e Fuga su “Ad nos, ad salutarem undam”), ecc. Testate specializzate come France 3, France Musique, BBC Radio, ZDF Television, ABC Australian Radio, Radiotre RAI, Radio Svizzera Italiana, Radio Vaticana, Sky Classica, Mezzo, ARTE, Coming Soon (Cinevip), Il Giornale della Musica, Le Monde de la Musique, Suono, Musica, danno risalto ai progetti artistici di Bellucci.
La rivista francese "Pianiste", nel numero di ottobre 2015 dedica un ampio spazio alle riflessioni di Giovanni Bellucci sul genio creativo di Beethoven. Un genio, secondo il pianista, assolutamente imprevedibile: "In Beethoven, il processo di creazione affascina. E ancora di più la vertiginosa accelerazione dell'evoluzione della sua sintassi musicale. Essa ha portato a innumerevoli studi di alto profilo, che hanno tentato di risolvere il mistero del suo genio. Si è arrivati fino a ricostruire la Decima Sinfonia di cui esistono solo alcune battute originali del compositore. Restituzione catastrofica a dire il vero. Perché? Perché il genio è imprevedibile. Ogni analisi che abbia la pretesa di scoprire il metodo segreto della creazione artistica è una ricerca inutile".
I media internazionali approfondiscono la conoscenza della personalità dell’artista italiano, evidenziando che “La filosofia di Giovanni Bellucci esalta i valori di un nuovo umanesimo, frutto di una vasta riflessione sull'arte e la creazione. La missione di questo musicista, che sembra nato sotto il segno della grazia, permette di delineare una sorta di moderno esempio per le generazioni a venire: Colui che trasmette, attraverso la sua arte e il suo impegno, dei valori di bellezza e di bontà a quelli che temono di vivere in un mondo materialista, senza trascendenza” (Editions Salvator).

 


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