Ferré/Baudelaire LES FLEURS DU MAL en musique  15 Chansons

FERRÉ/BAUDELAIRE LES FLEURS DU MAL EN MUSIQUE 15 CHANSONS

Movimento Classical
Léo Ferré/Charles Baudelaire - 15 Chansons
CD-LES FLEURS DU MAL en musique
Rossella Marcantoni soprano
Marco Sollini pianoforte

Movimento Classical

Disponibile su ITUNES e AMAZON

 

LES FLEURS DU MAL en musique
di Rossella Marcantoni e Marco Sollini
La vocazione “classica” di Léo Ferré si svela proprio con quel piccolo pezzo, Andante pour piano, che apre questa raccolta. Una pagina di sole 15 battute composte pour l’accompagnament “du Testament”, come recita l’autografo che risale all’aprile del1957.

Una breve ma intensa composizione dal sapore raveliano, destinata quale tema principale di un Concert de piano purtroppo evidentemente mai sviluppato. Eppure il grande chansonnier monegasco Léo Ferré, naturalizzato francese ma anche così affezionato all’Italia tanto da farne sua residenza, in più occasioni dimostra una vena compositiva raffinata che ben si presta a questa rivisitazione classica ed allo stesso tempo moderna per voce di soprano e pianoforte, cui le impegnative e ricercate elaborazioni pianistiche di Luciano Bellini danno vita. Impossibile non rimanere affascinati da melodie profonde e suadenti, a volte ipnotiche e terribilmente seducenti, su testi di Charles Baudelaire tratti da Les Fleurs du Mal. E così questo si presenta come un
viaggio tra le emozioni, da La Mort des amants, così poetica e appassionata, a Tu mettrais l’univers che parte con un recitativo vocale e fa sognare con la sua struggente melodia. Harmonies du soir si lancia in uno scanzonato valzerino per poi scaricarsi
alla fine come un carillon e Recueillement si offre quasi come un recondito colloquio “a due voci” tra il soprano e il pianoforte, tratteggiato da suggestivi arabeschi di semicrome; dirompente e agile è La Musique, animata da irrefrenabile entusiasmo con una
vocalità giocata sul registro acuto e un fluido accompagnamento di arpeggi pianistici. Spleen ci conduce a drammatiche e grandiose profondità dell’anima sostenute da una sonorità quasi sinfonica, mentre dissacrante e sarcastica nel suo ritmo veloce è La Pipe. La servante au grand coeur tocca una forte teatralità che vive anche nel testo recitato, in contrasto con la disperata linea melodica, mentre sgorga abissale la parte pianistica, prima di giungere alle sognanti note de La Beauté, animata da cristalline e
rapide cascate di semicrome a supportare una melodia che vola sempre più in alto, quasi a voler raggiungere un ideale paradiso. Ricercatissima Ciel brouillé, con le sue delicate armonie, prima del valzer moderato Le Revenant, dal tipico carattere francese,
a ricordare il tipico organetto nell’ostinato pianistico che avvolge il canto. Il percorso intimo di Ferré prosegue con La vie antérieure e la romantica À une passante che mettono in luce la più ispirata vena melodica e poi ancora un valzer dal gusto parigino anima la delicata Invitation au voyage. È L’examen de minuit et Dorothée a concludere questo viaggio nei più profondi sentimenti dell’anima, praticamente due chansons in una e senza soluzione di continuità, la cui veste pianistica quasi bachiana esalta una grande “classicità” e la voluta staticità melodica. Tutto ciò dimostra quanto ancora Léo Ferré avrebbe potuto dare all’arte della grande musica toccando forme classiche da lui rimaste inesplorate.

 

Rossella Marcantoni & Marco Sollini
L’incontro artistico più che ventennale tra il soprano Rossella Marcantoni ed il pianista Marco Sollini li ha portati a condividere emozioni in musica attraverso l’interpretazione di repertorio vocale da camera di autori italiani quali Tosti, Respighi, Zandonai, sino alle Melodie di raffinati autori francesi quali Fauré, Debussy, Satie, Poulenc per giungere alle chansons e agli Inni Sacri di Léo Ferré, presentati in prima assoluta in Polonia al Festival di Musica Sacra “Gaude Mater” di Czestochowa, in Polonia. Negli anni, numerosi sono stati anche gli spettacoli di poesia in musica da loro ideati e rappresentati in prestigiosi festival e rassegne musicali, con autorevoli voci di attori come Ugo Pagliai e Paola Gassman.
Rossella Marcantoni, vincitrice di numerosi concorsi lirici nazionali ed internazionali, ha anche una ricca esperienza nel mondo operistico che l’ha portata a cantare in teatri di grande prestigio quali la Scala di Milano, il San Carlo di Napoli, il Petruzzelli
di Bari, il Teatro Nazionale dell’Opera di Spalato ed in grandi festival quali il Ravenna Festival, il Rossini Opera Festival, il Festival della Valle d’Itria di Martina Franca e molti altri, esibendosi con direttori quali Muti, Gelmetti, Kuhn, Panni, Aprea, Zani, Villaume,
Scheiko, Mak e registi come Vizioli, Zeffirelli, Pizzi, De Tomasi. Ha fondato l’Accademia Musicale Internazionale “Maria Malibran” di Altidona, della quale è presidente e direttore artistico ed è docente di canto presso il Conservatorio Statale di Musica “Bruno
Maderna” di Cesena.
Marco Sollini ha una lunga esperienza solistica e cameristica che l’ha portato ed esibirsi in tutta Europa, Stati Uniti, Sud America, Indonesia e con orchestre quali I Solisti Veneti, la Malta Philharmonic Orchestra, la Sinfonica Dohnányi e la MAV di Budapest,
l’Orchestra Sinfonica di Stato Ungherese, l’Orchestra Filarmonica di Stoccarda, l’Orchestra della Radio Slovacca, l’Orchestra Ippolitov-Ivanov di Mosca, l’Orchestra Sinfonica della Radiotelevisione Serba, ecc. Ricca la sua attività discografica con oltre
trenta CD registrati per etichette quali Chandos, CPO, Arts, Concerto-Music Media.
È ideatore e direttore artistico del Festival di musica da camera “armonie della sera”, che porta la grande musica nei luoghi più suggestivi delle Marche, ed è docente di pianoforte principale presso l’lSSM - AFAM “Orazio Vecchi - Antonio Tonelli” di Modena.

Rossella Marcantoni & Léo Ferré
di Mauro Macario
Léo Ferré è stato rivisitato e riproposto, in tutti questi anni, in molteplici vesti musicali spesso appartenenti a mondi e modi interpretativi lontani o, apparentemente, incompatibili con la fonte originaria. Però, nell’arbitrarietà discutibile, hanno rivelato
del Maestro, l’aspetto elaborativo aperto a soluzioni diversificate. Rossella Marcantoni, soprano della modernità, non ha scelto la strada della metamorfosi, ma quella dell’elevazione. Ha portato all’estremo ciò che di classico, colto, e anche sacro è insito in Ferré, ha trasferito le sue melodie nelle zone alte della vocalità lirica, le ha liberate in una sonorità di cristallo purissimo come schegge evocative di struggente commozione, ha addizionato nel sublime la tensione d’assoluto che anima ogni istanza esistenziale del poeta-compositore. Da una rigida disciplina ortodossa Rossella Marcantoni ha saputo, per scelta, staccarsi periodicamente per esplorare altri terreni espressivi, dalla musica vocale da camera a quella contemporanea, sperimentando nuove morfologie sonore. Nel nostro caso, pur restando nei registri tecnici e timbrici che meglio s’addicono alle sue potenzialità, si ha la sensazione che la cantante abbia trovato un incrocio vocale tra voce interiore e voce lirica, un tono indipendente, più realistico, più accessibile anche a chi non è appassionato di lirica. E se Ferré diceva, a proposito della sua genesi
“Je suis dicté”, così la Marcantoni potrebbe affermare “Je suis chantée”.


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