CONCERTI ORO - MALIBRAN CLASSICA - ILIA KIM pianoforte - INTRODUZIONE A CURA DI PIERO RATTALINO

CONCERTI ORO - MALIBRAN CLASSICA - ILIA KIM PIANOFORTE - INTRODUZIONE A CURA DI PIERO RATTALINO

CONCERTI ORO - MALIBRAN CLASSICA

domenica 26 gennaio 2020 ore 17.00

Fermo - Palazzo dei Priori - Sala dei Ritratti

Ilia KIM pianoforte

Introduzione a cura di Piero Rattalino
Musiche Debussy, Liszt, Bach, Brahms, Einaudi, Glass, Beethoven
Ingresso €10.00
info & prenotazioni 338.8219079

 

Programma

 

C. Debussy (1862 – 1918)
Danse
Clair de lune
Ondine
L'isle joyeuse

F. Liszt (1811 – 1886)
Sonetto n. 104 del Petrarca
Funérailles

Quattro secoli di minimalismo:
J. S. Bach (1685 -1750)
Preludio in mi minore BWV 855
J. Brahms (1833 –  1897)
Valzer op. 39 n. 15
L. Einaudi (1955)
Onde
P. Glass
(1937)
Studio n. 11

L. v. Beethoven (1770 –  1827)
Sonata in fa minore op. 57, Appassionata
Allegro assai
Andante con moto
Allegro ma non troppo-Presto


All'inizio dell'Ottocento lo spettatore che aveva deciso di passare la serata al teatro d'opera si informava sul programma. I giornali, o i manifesti, gli davano il titolo dell'opera che si rappresentava nel tal teatro ma gli indicavano anche, come sottotitolo, la specie: opera seria, opera semiseria, commedia, dramma, farsa..... I concerti sinfonici erano ancora rari, i concerti da camera erano ancora di là da venire. Ma normalmente i titoli della musica strumentale si limitavano al genere, non alla specie. Poteva capitare eccezionalmente che si scrivesse Sinfonia Eroica o Sinfonia Pastorale. Di solito si scriveva Sinfonia e basta. Un po' più... generosi erano talvolta i sottotitoli dei concerti: Concerto militare, Concerto Il Cucù, Concerto nel genere dei greci, Concerto "Viaggio sul Monte S. Bernardo". Chi acquistava il biglietto pregustava qualcosa di ben diverso, se il sottotitolo era "Viaggio sul Monte S. Bernaro", o "Il Cucù". E Sinfonia n. 5 o Sinfonia n. 7 di Beethoven non predisponeva di certo all'ascolto quanto Sinfonia Eroica o Sinfonia Pastorale.
I concerti da camera pubblici, come dicevo, erano ancora di là da venire. La musica strumentale in formazioni da camera veniva eseguita privatamente e toccava agli esecutori, non ai titoli, di informare gli ascoltatori di quello che avrebbero goduto... o non goduto perché non erano dell'umore giusto per goderselo. Quando il concerto da camera divenne concerto pubblico, e cioè negli anni trenta, i concertisti sapevano che le motivazioni di chi spendeva denaro acquistando un biglietto d'entrata, e spendeva tempo restando per almeno un paio d'ore seduto su una sedia non sempre, anzi, raramente comoda, sapevano - dicevo - che chi andava al concerto solistico ci andava per motivazioni diverse: per acculturarsi, per commuoversi, per divertirsi, per stupirsi. Bisognava che il programma comprendesse musiche di diverso tipo. E Anton Rubinstein teorizzò addirittura il programma come menù di un cenone comprendente gli antipasti, il piatto forte con i contorni, i formaggi, i dolci....
Nel Novecento questo schema venne modificato e il programma si orientò sempre di più verso l'interesse culturale o addirittura verso il collezionismo, tanto che Artur Schnabel, spiritoso ebreo galiziano, disse che i suoi programmi si distinguevano dagli altri perché la loro seconda parte era noiosa quanto la prima. Oggi, e in verità da parecchi anni, è in atto una... riconversione del programma verso il menù. E a questa tendenza si ispira il programma di Ilia Kim: musica drammatica sì, ma anche musica sentimentale e musica ludica. Ludica è la Danza, lirico è il Chiaro di luna, drammatica è Ondina di Debussy, e L'isola giocosa riunisce in sé diversi caratteri. Lirico-epico è il Sonetto del Petrarca, drammaticissimo Funerali di Liszt. Le quattro pagine minimaliste sono ludiche, e dimostrano che la musica "classica", cioè colta, sa essere ludica in ogni tempo. La Sonata di Beethoven è drammatica, drammaticissima, anzi, tragica, perché finisce nella disperazione. Un tempo si riteneva che la drammaticità e la tragicità dovessero essere collocate all'inizio del concerto, con il dulcis in fundo. Ma per la psicologia del pubblico di oggi è più funzionale mettere il dolce all'inizio e l'amaro alla fine. Il dolce scarica tutte le tensioni e predispone all'ascolto e alla stoica accettazione del tragico. Questo, per lo meno, pensano alcuni concertisti di oggi. Altri storcono il naso ed evocano il "Tutto va ben, madama la marchesa". Tocca al pubblico dire l'ultima parola in proposito. Ma una cosa è già certa: della cultura e del collezionismo si è appropriata la rete, il concerto deve offrire a un pubblico non omogeneo contenuti non omogenei.

piero rattalino

ILIA KIM pianista

Ilia Kim, nata a Seoul, inizia a quattro anni gli studi musicali in patria. A undici anni debutta con un recital nel Sae Jong Arts Centre della sua città natale, che le conferisce un premio per fanciulli eccezionalmente dotati, assegnandole una borsa di studio per recarsi all’estero. Nel 1988 si iscrive nella Hochschule der Künste di Berlino, diplomandosi nel 1994 col massimo dei voti. Segue quindi i corsi per concertisti al Mozarteum di Salisburgo, alla Hochschule für Musik und Theater di Hannover e all’Accademia Pianistica di Imola, dove si dedica anche al fortepiano. Dopo aver iniziato l’attività concertistica in Corea, suona in Germania, negli Stati Uniti (debutto nel 1994 nella Carnegie Hall di New York), in Austria, Francia, Svezia, Finlandia, Olanda, Romania, Croazia, Polonia, Portogallo, Israele, Messico, Brasile, Italia, Cina, partecipando fra l’altro al Musik Festival dello Schleswig-Holstein, alle Holland Music Sessions, al Festival di Dubrovnik, al Festival Pianistico Internazionale “Arturo Benedetti Michelangeli” di Brescia e Bergamo (nel 2002, 2004, 2010, 2012, 2015, 2016, 2018, 2019) e ai Tiroler Festspiele di Erl (dal 2000 al 2005).
Ha suonato con l’Orchestra Filarmonica e con l’Orchestra della Radio Nazionale di Seoul, la Filarmonica di Greensboro, l’Orchestra Sinfonica di Fairbanks, l’Orchestra della Istituzione Sinfonica Abruzzese, l’E.A.O.S.S di Palermo, l’Orchestra del Teatro Massimo “Bellini” di Catania, l’Orchestra del Teatro Massimo di Palermo, l’Orchestra Haydn di Bolzano, l’Orchestra Sinfonica di San Remo, l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano, l’Orchestra della Fondazione Arena di Verona, l’Orchestra Sinfonica di Roma, la China Philharmonic Orchestra di Pechino, la Guangzhou Symphony Orchestra, la Shanghai Oriental Symphony Orchestra, la Dortmunder Philharmoniker, la Filarmonica Szymanowski di Cracovia, l’Orchestra del Teatro Nazionale Claudio Santoro di Brasilia, l’Orchestra Sinfonica Portoghese, ecc. ecc. Alcuni di questi concerti sono stati trasmessi in diretta dalle radio e televisioni nazionali di Corea, Romania, Germania, Messico, Italia, Portogallo (concerto effettuato il 25 gennaio 2007 nel Pavilhão Atlântico, con 9 mila spettatori, organizzato e diretto da Josè Cura).
Dal 1998 risiede in Italia. Ha tenuto recital a Torino (Unione Musicale), Milano (Società dei Concerti), Palermo (Amici della Musica), Roma (IUC, Quirinale, Università di Roma3), Napoli (Associazione Scarlatti) e in molte altre città italiane, anche con programmi a tesi. Nell’Ottobre del 2001 ha preso parte a Catania con Andrea Bocelli e Sandro De Palma, sotto la direzione di Donato Renzetti, alla prima esecuzione assoluta di “…malinconia, ninfa gentile” per canto, due pianoforti concertanti e orchestra d’archi di Azio Corghi, che successivamente ha dedicato a lei e a De Palma la suite …Di bravura tratta da questa composizione. Di “…malinconia, ninfa gentile” è stata pubblicata, a cura della Presidenza del Senato d’Italia, la registrazione in disco. Il suo ultimo disco, pubblicato da Piano Classics e interamente dedicato a Clementi, ha avuto ovunque ottime recensioni ed è disponibile su iTunes, Spotify, Amazon e presso altri distributori.
Ha tenuto una masterclass nella Università di Phoenix in Arizona.
Terrà prossimamente masterclass nella Accademia Pianistica Siciliana di Catania, nella Accademia Malibran di Altidona e nella Accademia Pianistica di Imola.

 


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